Attualmente la terapia con i farmaci biologici è riservata ai pazienti con diagnosi certa (secondo i criteri dell’Assessment of Spondyloarthritis International Society; ASAS 2010), che presentano una malattia attiva (dolore infiammatorio cronico) , con scale (criteri di valutazione di attività) specifiche di attività di malattia alterate ed opinione di un esperto; è richiesto inoltre il fallimento terapeutico della terapia convenzionale.
Il fallimento è definito dalla persistenza di malattia attiva nonostante un trattamento adeguato con almeno 2 FANS per un periodo complessivo di 4 settimane. Se il paziente ha una artrite periferica, deve esserci resistenza alla terapia con steroide intra-articolare (almeno due infiltrazioni) ed alla salazopirina a dose piena (2-3 grammi al giorno) per 3 mesi; se si tratta di un paziente con entesite deve esserci non risposta ad almeno 2 infiltrazioni.
La valutazione della malattia viene fatta attraverso una serie di parametri (ASAS score set) che prevedono delle scale di valutazione della funzione (BASFI), la valutazione del dolore rachideo nell’ultima settimana, della motilità del rachide (espansione toracica, Schober test, distanza occipite muro, flessione lombare latrale, rotazione cervicale, distanza intramalleolare), la valutazione globale di malattia da parte del paziente, la presenza e la durata della rigidità mattutina nell’ultima settimana, il numero di articolazioni rigonfie (su 44), lo score entesi (valutazione di impegno delle entesi), la VES, PCR e il grado di faticabilità.
Rappresentano controindicazioni al loro uso una infezione attiva, un alto rischio di infezioni (storia di TBC, ulcere cutanee croniche, artrite settica entro 12 mesi, infezione protesica, ricorrenti infezioni polmonari, catetere vescicale a dimora), una storia di connettiviti (LES), di malattie neurologiche demielinizzanti (sclerosi multipla), di neoplasie (escluso basalioma) trattate con successo nei 5 anni precedenti.
La terapia va poi monitorata regolarmente, va valutata la sua efficacia (entro 12 settimane) e la persistenza dell’efficacia.
Certamente questi farmaci sono molto importanti per tale malattia, paiono rappresentare la prima reale terapia, ma vanno controllati adeguatamente.
Di seguito sono riportate le raccomandazioni proposte dagli esperti internazionali (ASAS-EULAR 2016) per la gestione del paziente con spondilite anchilosante.
Raccomandazione 1
Il trattamento della SA dovrebbe essere individualizzato in base a:
- Manifestazioni attualmente presenti della malattia (sintomi e segni assiali, periferici, entesitici, extra-articolari)
- Livello dei sintomi attualmente presenti, caratteristiche cliniche e indicatori prognostici
- Attività della malattia/infiammazione
- Dolore
- Funzione, inabilità, handicap
- Danno strutturale, interessamento delle anche, deformità spinali
- Stato clinico generale (età, sesso, co-morbilità, farmaci concomitanti)
- Speranze e aspettative del paziente
Raccomandazione 2
Il monitoraggio della malattia dei pazienti con SA dovrebbe includere l’anamnesi del paziente (es. questionari), i parametri clinici, gli esami di laboratorio e le metodiche di imaging, in accordo alla presentazione clinica e alle misure di valutazione del pannello ASAS. La frequenza del monitoraggio dovrebbe essere decisa su base individuale a seconda dei sintomi, della gravità e del trattamento farmacologico.
Il pannello ASAS comprende i campi principali delle manifestazioni assiali, periferiche ed entesitiche. Per ogni campo principale sono stati raccomandati uno o più strumenti specifici.
Raccomandazione 3
La gestione ottimale della SA richiede una combinazione di trattamenti non-farmacologici e farmacologici.
Raccomandazione 4
Il trattamento non-farmacologico della SA dovrebbe comprendere l’educazione del paziente e un regolare esercizio motorio. Dovrebbe essere presa in considerazione la terapia fisica individuale e di gruppo e possono risultare utili le associazioni di pazienti e i gruppi di auto-aiuto.
Raccomandazione 5
I farmaci anti-infiammatori non-steroidei (FANS) sono raccomandati come trattamento di prima linea per i pazienti con SA che presentano dolore e rigidità. In quelli con aumentato rischio gastro intestinale, potrebbero essere usati i FANS non-selettivi in associazione ad un agente gastroprotettivo, o potrebbe essere usato un inibitore selettivo della COX-2.
Raccomandazione 6
Gli analgesici, come il paracetamolo e gli oppiodi, possono essere presi in considerazione per il controllo del dolore nei pazienti in cui i FANS non sono sufficienti, controindicati e/o scarsamente tollerati.
Raccomandazione 7
Possono essere prese in considerazione iniezioni locali di corticosteroidi direttamente nella sede della lesione infiammatoria muscolo-scheletrica. L’uso di corticosteroidi per via sistemica non è supportato da evidenze scientifiche.
Raccomandazione 8
Per il trattamento della malattia assiale non esistono evidenze scientifiche sull’efficacia dei DMARDs, compresi la sulfasalazina e il metotrexate. La sulfasalazina può essere presa in considerazione nei pazienti con artrite periferica.
Raccomandazione 9
Il trattamento con farmaci anti-TNF dovrebbe essere somministrato ai pazienti che presentano un’attività di malattia persistentemente elevata, nonostante i trattamenti convenzionali effettuati in accordo alle raccomandazioni ASAS. Non esistono evidenze scientifiche a supporto dell’uso obbligatorio dei DMARD prima o in concomitanza con il trattamento con farmaci anti-TNF nei pazienti con malattia assiale.
Raccomandazione 10
In caso di fallimento con un farmaco anti TNF è possibile sostituirlo con un altro della stessa classe di farmaci anti TNF o usare una classe diversa (anti IL-17)
Raccomandazione 11
In caso di persistente remissione è possibile gradualmente ridurre la dose del farmaco biotecnologico
Raccomandazione 12
L’artroplastica totale dell’anca dovrebbe essere presa in considerazione nei pazienti con dolore refrattario o inabilità, e con evidenza radiografica di danno strutturale, indipendentemente dall’età. La chirurgia spinale – osteotomia correttiva e procedure di stabilizzazione – può risultare valida in pazienti selezionati.
Raccomandazione 13
Se c’è riacutizzazione del dolore in assenza di infiammazione rachidea considerare il rischio di frattura ossea da fragilità per osteoporosi