Buonasera, 44 anni con diagnosi di Sjogren e fibromialgia. Nel seno dx dopo gravidanza (parto cesareo 30 mesi fa) ho sempre avuto rossore e striature imputate a smagliature ma ora mi sono resa conto che si forma un reticolo con macchie rossastre, che scompare con il riposo e si attenua con i massaggi. A detta della reumatologa dovrebbe trattarsi di livedo reticularis da Sjogren per la quale non devo fare nulla al momento. Nella mammella sinistra si nota la vascolarizzazione della cute ma non a reticolo. Mammografia ed ecografia effettuate 10 gg fa sono negative. Può essere effettivamente livedo? Da una ricerca sul web difficilmente viene citato il seno. Aggiungo che in questo periodo in cui sto facendo una cura con Medrol sembra più accentuato. Eco addome negativo effettuato a marzo scorso per altro. Grazie per il riscontro che vorrete darmi.
Risponde il Dott. Roberto Bortolotti-Direttore U.O.C. di Reumatologia dell’Ospedale S.Chiara di Trento Livedo reticularis è una manifestazione cutanea con colorazione rossastra a reticolo della cute per disturbi vasomotori circolatori più o meno reversibili. In genere interessa gli arti. Non ha sempre ha significato patologico e può risentire delle condizioni generali come esposizione a freddo. Se collegata alla malattia reumatica può interessare anche altri distretti come il tronco ed in genere occorre valutare l'autoimmunità (presenza o meno di anticorpi anti fosfolipidi). Consiglio di riparlarne con lo specialista reumatologo ed eventualmente in condivisione con un dermatologo
Sono un uomo di 41 anni e ho sempre sofferto di mani fredde e screpolate fin da quando ero ragazzo, Negli ultimi 2-3 anni, ho cominciato a soffrire di veri e propri geloni, che sono notevolmente peggiorati dopo l'infezione Covid avuta a cavallo tra Dicembre 2021 e Gennaio 2022 (ero vaccinato bi-dose Pfizer) Il Covid in sé per sé mi ha dato solo un giorno di febbre e 3-4 di mal di gola e un po' di tosse, ma le sorprese sono arrivate dopo. Sono rimasto positivo al molecolare 25 giorni, sempre asintomatico tranne i primi giorni, ma proprio in prossimità della negativizzazione, hanno cominciato ad arrossarsi le dita del piede sinistro, poi un paio di geloni hanno spellato/ulcerato e ci è voluto un mese di garze per guarire. Il medico di base mi fece fare un sacco di controlli. Tutti i fattori della coagulazione (Fibrinogeno, D Dimero, Pro Trombina, ecc) andavano bene, quelli dell'infiammazione (VES, PCR) andavano bene, l'Emocromo pure. Solo su quelli dell'autoimmunità è uscita la sorpresa degli ANA positivi 1:160 su pattern granulare, con i valori ENA tutti negativi. Fatta anche capillaroscopia, ha evidenziato quanto segue: Edema abbondante e scarsa preparazione della plica ungueale, pettine vascolare discretamente ordinato, con mantenimento della normale densità. Tendenza alla dilatazione della branca efferente e tortuosità diffusa in assenza di anomalie morfologiche riferite a scleroderma pattern. Presenti alcune microemorragie. Conclusioni: acrocianosi e perniosi" Di fatto, io a distanza di 1 anno,specialmente col freddo, sto punto e da capo. Dita delle mani che con gli sbalzi di temperatura si gonfiano e si arrossano (anche se non c'è un vero e proprio marcato fenomeno di Ryanaud come da certe immagini che vedo su internet, con mezzo dito che diventa bianco ), e allo stesso piede sinistro, su cui si formarono le ulcere , tuttora dopo una camminata a passo veloce (sono un gran camminatore) si gonfia un po' e si arrossa...le dita che ulcerarono l'anno scorso (alluce e 3° dito) son quelle che si arrossano di piu, anche se grazie a Dio finora, quet'inverno ancora nessuna ulcera. Sembra quasi (ma resta una mia impressione) come se il Covid a livello di microcircolo, soprattutto in certe "zone", abbia lasciato dei danni infiammatori piu o meno permanenti. Vorrei capire se gli esami che ho fatto sia il caso di ripeterli o di aggiungerne altri. La positività agli ANA ci stava, quindi mi pare di capire che un certo "disordine autoimmune" sia in atto. L'esito stesso della capillaroscopia non mi convince per nulla quando parla di "tortuosità diffusa": nonostante il reumatologo che la effettuò, escluse nel referto lo "scleroderma pattern", c'è da dire che l'esame è stato eseguito sulle due dita della mano sinistra meno colpite da geloni, perche sulle dita piu rosse e leggermente gonfie non si vedevano bene i capillari. Ironia della sorte e cosa che giudico stranissima. A livello delle mani, i geloni colpiscono piu la mano destra, a livello dei piedi, il piede sinistro. Quindi il dubbio che mi pongo è: se una persona avesse la sclerodermia, i segni di riconoscimento sarebbero rilevabili dalla capillaroscopia su qualsiasi dito e in qualsiasi condizione climatica (anche d'estate ad esempio, quando geloni non ce ne sono)? O si potrebbero avere anche dei "falsi negativi"? Vorrei poter capire se soffro di qualche patologia auto-immune, perche prima del Covid, , anche se un po' di screpolature e qualche lieve gelone ce l'avevo, tutto sommato stavo bene.
Risponde il dott. Roberto Bortolotti, direttore dell’U.O.C. di Reumatologia di Trento Si tratta molto probabilmente di perniosi e non Raynaud /sclerodermia. La debole positività ANA non fa diagnosi. Il COVID è riconosciuto come fattore che può generare o aggravare la pernosi (Chilblain like lesion o COVID Toe quando colpisce tipicamente l'alluce). Penso sia prevalentemente di competenza dermatologica
Io ho il lupus con coinvolgimento renale ho 38 anni sto prendendo il micovenolato e plaquenil che problemi possono darmi questi medicinali?
Risponde il dott. Giuseppe Paolazzi - già direttore U.O.C. Reumatologia Ospedale S.Chiara di Trento La terapia che sta facendo è la terapia consigliata dalla linee guida di trattamento della nefrite lupica. Lo specialista conosce bene il monitoraggio di questi farmaci. Questa è una terapia assolutamente necessaria e con benefici sulla sua malattia che superano i possibili effetti collaterali dei farmaci. In genere comunque il Plaquenil si monitora specie dopo i 5 anni dalla sua assunzione con controllo oculistico annuale per valutare una sua possibile tossicità oculare. Il micofenolato si monitora con esami di funzione epatica e con emocromo periodico. Se la malattia renale andrà in remissione il micofenolato verrà ridotto di dosaggio.
Buongiorno, a mia mamma è stata diagnosticata nel 2019 la sindrome antifosfolipidica, che è stata causa di un'ischemia. Al momento è curata con il coumadin. Accusa anche sintomi di artrite, dolori diffusi alle articolazioni e zona dei reni, minziona frequentemente e chiaro, le dita delle mani sono deformate e nodose. Chiediamo il suo parere, se è il caso di approfondire per arrivare a qualche diagnosi di malattia reumatica. Dagli esami del sangue risulta il fattore reumatico, ma il reumatologo ha dato un semplice integratore. Abitiamo in provincia di Monza e non sappiamo a chi rivolgerci per un consulto più approfondito. Grazie
Risponde il dott. Giuseppe Paolazzi già direttore U.O.C. Reumatologia Ospedale S.Chiara di Trento La sindrome da anticorpi antifosfolipidi non è una semplice malattia ematologica o della coagulazione ma è una malattia immunologica sistemica con disturbi che possono anche andare oltre i problemi ischemici. Il Coumadin comunque va assolutamente preso se ha avuto questa diagnosi con già problemi ischemici. Spesse volte questa sindrome è associata a malattie reumatiche sistemiche autoimmuni in particolare il LES. Se ha problemi "artritici" va sicuramente indagata per vedere appunto che la sindrome da anticorpi antifosfolipidi non sia associata ad altra malattia reumatica. Non posso dare un giudizio sulla descrizione che mi fa sulle mani che potrebbero essere semplicemente artrosiche. Comunque nella sua zona ci sono validissimi reumatologi ed anche all'ospedale di Monza c'è un ottimo servizio di Reumatologia.
Buonasera, sono affetta da Sindrome di Sjögren da più di 20 anni. Oggi ne ho 47. La mia ginecologa mi ha prescritto una cura omeopatica (2L papi) x 3 mesi per delle alterazioni cellulari della cervice uterina.Mi ha detto che posso assumere eventualmente anche altri farmaci o integratori in quanto non interagiscono, ma il mio dubbio è che possa smuovere la mia malattia (che finora non ha necessitato di terapie, tranne cortisone all'occorrenza in casi di infiammazioni articolari e lacrime artificiali per occhio secco). Questo perché da ragazza avevo tentato una terapia omeopatica per lo Sjögren e mi aveva in quel caso provocato sintomi di ogni genere tanto da doverla sospendere definitivamente. Vorrei sapere se il mio dubbio è immotivato e posso intraprendere la terapia con la certezza che si limiti alla cura della cervice e non intacchi la mia malattia. Grazie
Risponde il dott. Roberto Bortolotti, direttore dell’U.O.C. di Reumatologia Ospedale S. Chiara di Trento Non vedo rischi per la cure omeopatiche nel Sjogren.