8/3/2021
Tanti pazienti reumatologici ci fanno delle domande per quanto riguarda la vaccinazione anti-Covid. Noi di ATMAR le abbiamo raccolte e girate agli specialisti dell’U.O. di Reumatologia del Santa Chiara di Trento, che hanno risposto in maniera chiara ed esauriente ai quesiti posti.
Tenendo conto che ci sono sicuramente delle condizioni individuali che andranno valutate assieme al medico, le risposte sciolgono i dubbi più frequenti di tanti ammalati di forme reumatologiche.
A CHI FARE IL VACCINO PER SARS-COV-2?
Tutti i soggetti, affetti e non da malattie reumatiche, dovrebbero essere vaccinati. Questo per ridurre il rischio di infezione, la gravità della malattia in ogni persona e contrastare efficacemente la diffusione del virus. Non c’è evidenza, allo stato attuale, che i pazienti affetti da patologie reumatiche sistemiche abbiano maggior incidenza di infezione da COVID ma sappiamo che alcune malattie e terapie connesse aumentano il rischio infettivo in generale e quindi ciò rende le persone più vulnerabili in particolare se si associano altri fattori di rischio come l’età avanzata, l’obesità, le malattie cardiocircolatorie, renali o polmonari
QUALI CATEGORIE DI MALATI REUMATICI SONO PIÙ A RISCHIO?
Secondo il piano nazionale vaccini (8 febbraio 2021) sono considerate persone a maggior rischio i malati affetti da malattie autoimmuni o con immunodeficienza. In generale si possono includere in questo gruppo le forme infiammatorie croniche: artrite reumatoide ed altre artriti croniche, spondiloartriti, connettiviti come il LES, Sjogren, miositi, sclerosi sistemica, vasculiti e soggetti con ipogammaglobulinemia. I soggetti con artrosi o fibromialgia non hanno un rischio amentato in relazione alla loro condizione reumatologica
COME POSSO FARE PER ESSERE VACCINATO?
Il piano vaccinale con l’identificazione delle categorie a rischio e priorità è redatto dal Ministero della Salute assieme all’Istituto Superiore di Sanità e poi devoluto alle autorità Regionali che ne definiscono gli aspetti organizzativi assieme alla Azienda Sanitaria, al Dipartimento di Igiene Prevenzione e Sanità Pubblica ed alla Medicina territoriale. Il vaccino non è disposizione del medico specialista reumatologo. Il piano vaccinale per i pazienti reumatici in Trentino sarà reso noto e probabilmente collegato alla vaccinazione di altre categorie a rischio come i pazienti oncologici, cardiopatici, diabetici etc.
QUALI SONO I RISCHI LEGATI ALLA VACCINAZIONE?
Il vaccino non causa la malattia COVID né riacutizza la malattia reumatica. Possono esserci degli effetti indesiderati transitori come il dolore in sede di iniezione, malessere e rialzo termico. Il rischio derivante dalla vaccinazione per i pazienti reumatologici appare del tutto sovrapponibile a quello della popolazione generale. D’altra parte, è bene ricordare che i vantaggi derivanti dalla vaccinazione superano largamente ipotetici rischi legati al vaccino stesso.
ESISTE UN VACCINO PIÙ EFFICACE DI UN ALTRO?
Non vi sono al momento alcune evidenze che indichino una preferenza di un vaccino rispetto ad un altro. Tuttavia, per i pazienti che sono considerati “estremamente vulnerabili” nell’ambito delle malattie autoimmuni, ovvero quelli che presentano grave compromissione polmonare (come per esempio i pazienti con fibrosi polmonare secondaria a sclerodermia o vasculiti) e/o marcata immunodeficienza primitiva o secondaria a trattamento (come per esempio i pazienti che hanno eseguito terapia con rituximab o con immunosoppressori che riducono i livelli di immunoglobuline e globuli bianchi), non c’è ancora una chiara dimostrazione di efficacia del vaccino AstraZeneca e quindi sinora questo tipo di vaccino non è proposto per questa categoria di soggetti
LA VACCINAZIONE È EFFICACE NEI MALATI AFFETTI DA PATOLOGIA REUMATICA?
La problematica più rilevante è proprio quella relativa alla efficacia del vaccino che potrebbe essere attenuata in corso di malattia autoimmune soprattutto quando in trattamento con farmaci interferenti con la risposta immunitaria. Al momento attuale non ci sono elementi probanti a favore di una interruzione, anche temporanea, delle terapie in atto durante il periodo vaccinale, sia per la prima vaccinazione sia per il richiamo, Delle indicazioni generali , basate su consenso di esperti ma non su chiare basi scientifiche, si suggerisce di non modificare la usuale terapia se si assume una dose di cortisonico inferiore ai 20 mg (o meglio sotto i 10 mg) al giorno di prednisone (equivalgono a 16-8 mg die di metilprednisolone), idrossiclorochina, salazopirina, leflunomide, ciclosporina, azatioprina, micofenolato, e altri farmaci biologici come anti TNF (infliximab, golimumab, adalimumab, certolizumab, etanercept), o anti citochina (belimumab, tocilizumab, sarilumab, ustekimumab, canakinumab). In soggetti con malattia stabile e in buon controllo la sospensione del methotrexate o del farmaco cosiddetto JAK inibitore (tofacitinib, baricitinib) per una settimana dopo l’inoculo del vaccino potrebbe migliorare la risposta vaccinale. Non occorre sospendere il farmaco nei giorni precedenti la vaccinazione. Per chi è in trattamento con abatacept, ciclofosfamide in bolo e rituximab si consiglia di contattare il reumatologo per cadenzare opportunamente la terapia in rapporto alla scheda vaccinale. Si segnala che sarebbero da includere nella vaccinazione anche i conviventi affinché i pazienti siano maggiormente protetti. L’efficacia del vaccino nel ridurre il rischio di infezione si raggiunge dopo 2-4 settimane dal completamento della scheda vaccinale
I PAZIENTI ALLERGICI POSSONO ESSERE VACCINATI?
Questo vale in generale per tutti i soggetti, non solo reumatologici. I pazienti con pregresse reazioni allergiche a vaccini, e/o con reazioni anafilattiche a farmaci, a vaccini, alimenti, affetti da patologie come la mastocitosi o con asma mal controllato devono assolutamente contattare il servizio di Igiene preposto alle vaccinazioni affinché valutino i rischi di un eventuale vaccinazione per SARS-CoV-2 e attivino percorsi adeguati per vaccinarsi in sicurezza.
I pazienti con reazioni “minori” a farmaci diversi da altri vaccini (es. nausea, cefalea, orticaria o rash cutanei), altre allergie o asma controllato, devono avvertire il proprio medico o il medico che esegue il vaccino prima di sottoporsi alla vaccinazione.
SE PRESENTO FEBBRE, DOLORE ARTICOLARE POSSO ESSERE VACCINATO E DEBBO SOSPENDERE LA TERAPIA ANTI REUMATICA?
In caso di febbre, disturbi generali o sintomi di infezione il medico dovrà ricercarne la causa e proporre il trattamento. In corso di trattamento antinfettivo la terapia immunosoppressiva andrà sospesa. La vaccinazione di norma si effettua in una fase di stabilità clinica e possibilmente in fase di minore attività o remissione della malattia reumatica
FARMACI CON IDROSSICLOROCHINA O TOCILIZUMAB POSSONO PROTEGGERE O CURARE L’INFEZIONE COVID?
Sono stati effettuati studi di impiego di farmaci antireumatici in alcune fasi della malattia COVID ma sinora non si è dimostrato un reale vantaggio in termini di durata o esiti di malattia. Non sono farmaci da utilizzare in forma profilattica
POSSO INIZIARE UNA TERAPIA IMMUNOSOPPRESSIVA IN QUESTO PERIODO?
Una malattia reumatica attiva, in particolare se infiammatoria e sistemica, va curata adeguatamente anche in questo periodo e, se necessario, utilizzando farmaci immunosoppressori. Se le condizioni cliniche lo permettono è sempre opportuno, prima di iniziare la terapia immunosoppressiva, procedere alle vaccinazioni contro le malattie infettive principali (pneumococco, epatite, influenza e anche SARS-CoV-2)